Nel corso della storia dell’uomo, il gioco ha occupato un posto di rilievo nello sviluppo della crescita emotiva, cognitiva e sociale. Relegarlo a fenomeno di secondo piano in età adulta appare quindi una preclusione ed un errore visti i numerosi benefici che può apportare.
Fin dall’inizio della storia dell’uomo il gioco ha svolto un ruolo importantissimo, costituendo la base dei rituali religiosi, venendo utilizzato per la divinazione e per entrare in comunione con gli dei, solidificando legami e identità socio-culturali. Con il tempo, i modelli evolutivi hanno offerto una lente comune attraverso la quale vedere il gioco, suggerendo che questa attività si sia sviluppata attraverso processi di selezione naturale. In questo senso, i teorici hanno sostenuto che il gioco fornisce ai mammiferi, inclusi gli umani, una con pratica essenziale per l’acquisizione delle abilità future compresa la cooperazione e la predisposizione ad affrontare gli imprevisti.
Giocare rappresenta una parte fondamentale della vita, sia per i bambini che per gli adulti, una attività assolutamente primaria, che fornisce le basi principali per la civiltà. Da questo punto di vista, il gioco ha un ruolo fondamentale nel plasmare gli individui e le società e accompagnarli durante tutto il corso della vita e non solo nell’età dell’infanzia. Questa visione si scontra contro la visione comune (a volte chiamata “etica del lavoro protestante”) secondo cui il lavoro è importante e il gioco è banale e improduttivo.
Il gioco volontario è quindi un mezzo per esprimere l’autonomia personale, volto a svolgere un’attività specifica di crescita e sviluppo personale, che differisce dal lavoro in quanto non deve esistere alcun interesse materiale derivato né viene creata alcuna ricchezza, se non quella fine a se stessa e al divertimento.
A cosa serve giocare?
Il gioco svolge numerosi funzioni utili allo sviluppo cognitivo, emotivo e comportamentale di ciascun individuo. Messo in atto primariamente dai bambini, crescendo spesso perdiamo l’attitudine giocosa, schiacciati dai ritmi frenetici del lavoro. Tuttavia, giocare ha grandi potenzialità anche per gli adulti.
- Retorica del gioco: il gioco è un modo per i bambini di adattarsi, crescere e socializzare. Attraverso un approccio giocoso è possibile l’apprendimento delle regole, la cooperazione, la competizione, il comportamento sociale e lo sviluppo della personalità. Le esperienze di gioco nei bambini creano le basi per le competenze sociali d’interazione dei futuri adulti.
- Esercita la fantasia e la creatività: già Sigmund Freud aveva ha notato l’elemento creativo nel gioco, scrivendo che “Ogni bambino che gioca si comporta come uno scrittore fantasioso, in quanto crea un mondo tutto suo, o, più veramente, riordina le cose del suo mondo e lo ordina in a modo nuovo che gli piaccia meglio”. Attraverso il gioco viene stimolata la fantasia e la creatività che porta ad approcciatrsi alle situazioni problematiche in maniera flessibile e adattiva.
- Rappresenta un meccanismo di sopravvivenza: il gioco è un comportamento la cui modalità operativa centrale è quella di creare, inventare e anche dubitare della realtà. Giocando l’uomo accetta e anticipa il piacere di incontrare l’ignoto, non rifuggendo l’incertezza, ma imparando a gestire l’ansia e la preoccupazione.
- Gioco e significato di vita: un altro motivo dell’importanza del gioco è dato dal significato implicito che l’attività del giocare ha nella vita. Questo concetto si basa sul fatto che il gioco rappresenta uno strumento per generare significato. A causa della natura del sistema nervoso centrale, gli esseri umani sono intrinsecamente curiosi e il gioco è il nostro modo naturale di esplorare la realtà imparare e adattarsi. Attraverso il gioco gli individui acquisiscono regole che li aiutano a dare un senso alla realtà.
I benefici del mantenere un’attitudine alla giocosità
La giocosità è comunemente definita come la predisposizione a inquadrare (o riformulare) una situazione in modo che possa portare a se stessi e ad altri divertimento, umorismo e/o intrattenimento. La giocosità è generalmente considerata come un tratto innato che consente alle persone di provare divertimento e intrattenimento .
Psicologicamente parlando, la giocosità è associata all’esperienza del piacere e delle emozioni positive e può svolgere una funzione preventiva contro problemi psicologici, comportamentali e fisici. La giocosità, infatti, si è dimostrata essere un forte predittore di benessere psicologico e fisico, della creatività e del rendimento scolastico. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che la giocosità, attraverso l’impiego di una maggiore energia fisica e mentale, possa a sua volta, migliorare il benessere fisico e ad un maggior grado di soddisfazione di vita.
Bibliografia utile
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Proyer, R. T., Gander, F., Bertenshaw, E. J., & Brauer, K. (2018). The positive relationships of playfulness with indicators of health, activity, and physical fitness. Frontiers in Psychology, 9, 1440.